Antonella, la nostra addetta alla panetteria, ha scoperto per noi le origini della Bruschetta, l’aperitivo croccante per eccellenza, che sembra sia nato tra Lazio e Toscana ai tempi del Sacro Romano Impero! Ma cominciamo con le domande.

COME MAI SI CHIAMA BRUSCHETTA?

Ci sono ancora tante rivendicazioni sulla nascita del nome Bruschetta, ma la più accreditata ormai è che derivi dal dialetto romano: bruscare, infatti, significa abbrustolire, o in alternativa brusca, una spazzola che veniva usata e della quale le setole, se accarezzate in cima, ricordano la consistenza di questo tipo di pane. In più, nelle diverse regioni italiane la fetta di pane abbrustolito e condito è chiamata in modi diversi: “fettunta” in Toscana; “soma d’aj” in Piemonte e “fedda ruscia” in Calabria.

MA COME NASCE QUESTA VERSATILE RICETTA?

In un passato molto remoto, gli agricola, i contadini che lavoravano la terra nell’Impero Romano, erano una delle classi sociali più umili e non potevano concedersi di sprecare del cibo. Così, per conservare e riutilizzare intelligentemente la pagnotta la tagliavano e abbrustolivano, trasformando la durezza data dal tempo in croccantezza. E poi, ci versavano sopra un semplice filo d’olio, rendendolo il piatto gustoso che è giunto fino a noi!

E OGGI? CHE BRUSCHETTE CONSIGLI?

Ed eccoci ai giorni nostri: ho preparato per voi un elenco delle cinque bruschette più diffuse in Italia. Se siete dei tipi classici, potete provare aglio e olio, oppure pomodoro e basilico. Per chi vuole ancora più sapore, con i peperoni è consigliatissima, altrimenti le fave e il pecorino si esaltano a vicenda sopra il pane. Per i più eleganti, infine, abbiamo la bruschetta con salmone e formaggio spalmabile. Questo è quanto. Spero che questo assaggio di storia della bruschetta vi abbia ispirato per i prossimi aperitivi, e, se avete altre domande: chiedete consigli nel vostro Famila di fiducia!